Bressanone e i suoi… draghi!
Patrizia Garelli Rossi
Un nuovo modo di fare turismo, al giorno d’oggi più evoluto e ragionato di un tempo, ci spinge a recarci nei Paesi che intendiamo visitare già provvisti di un corredo di notizie ed immagini a riguardo, desunto da libri e guide, ma, soprattutto, attinte dal web. Per quanto non nutra alcun dubbio che ciò costituisca un arricchimento culturale, debbo però confessare che desta in me qualche perplessità in quanto mi sembra averci sottratto il piacere della curiosità e della scoperta inattesa, emozioni che, invece, spesso mi capita di provare nel corso di una delle mie attività preferite: andare a zonzo per una città, senza una meta precisa, alla ricerca di qualche elemento architettonico, di qualche artistico dettaglio, preferibilmente trascurato dalle guide, né immediatamente evidente, che tuttavia non riesce a sfuggire al mio occhio attento. Sì, perché anche quando crediamo di conoscere perfettamente una città, magari perché ci siamo nati o ci viviamo da molto tempo, può accadere che qualcosa ci sfugga perché collocata dove non ce lo aspettiamo. Recentemente ne ho avuto la prova, quando, alzando lo sguardo su alcuni edifici storici di Bressanone, piccola cittadina in provincia di Bolzano, mi sono accorta per la prima volta, benché vi risieda da undici anni, che sono dotati di gargoyle. Come è noto, con questo nome si indicano caricature o figure animalesche, fantastiche e spesso mostruose, scolpite nella pietra, che, a partire dal XI secolo per culminare nel secolo XIII, ancor oggi ornano molte chiese e cattedrali gotiche, ma anche edifici civili. Spesso i gargoyle, chiamati anche pluviali, servono a mascherare antiestetiche grondaie. Così accade a Bressanone, ove possiamo ammirarle in vari luoghi: sul Municipio, sulla cappella di San Giovanni, all’interno del chiostro del Duomo, e sulla sommità di due edifici storici siti in via Tratten: uno, dal 1930 Caserma dei Carabinieri, ma prima, dal XVI secolo al 1834, fucina e albergo “all’Orso Nero”; l’altro, al n. 8, laboratorio, ove, dal 1885, operò Johann Kravolg, geniale, ma sfortunato inventore del primo motore elettrico e del fucile a fuoco veloce. Tutti i gargoyle brissinesi appaiono in ottimo stato di conservazione, tuttavia non sono in grado di dire con certezza da quando abbiano fatto la loro comparsa sugli edifici sopra ricordati, soggetti a numerosi restauri nel corso dei secoli ad oggi, ma posso ipotizzare che vi siano stati collocati dopo il XV secolo, epoca nella quale, data la difficile conservazione della pietra e del marmo se esposti alle intemperie, per costruirli si cominciò ad utilizzare il piombo, materiale assai duttile e che, col tempo, assume una particolare colorazione grigiastra.
Bressanone :gargoyle su una torretta del Municipio