Cari artisti,
come anticipato nella trasmissione LA VOSTRA VOCE, ecco le opere che pur non vincendo il concorso di poesia, si sono comunque distinte e quindi eccole, postate sul blog perché meritevoli.
Ricordo anche qui che questa settimana NON si farà il MINI-CONCORSO perché domenica 2 novembre NON andiamo in onda, ma riprenderemo la settimana successiva
Lucia Maria Tanas, Autunno, voce di rimpianti,
È l’autunno delle foglie morte
Accese di colore Visione d’ingannevoli tinte Splendore che non parla di vita Pur nel turbinio d’allegre sembianze. Nuvole grigie solcano veloci il cielo S’accalcano confuse all’orizzonte Messaggere di tempesta. Mostrano gli alberi i rami spogli Nudi come rimpianti struggenti Di tempi lontani. È l’autunno che l’animo rende Rifugio di tristezza Memoria pungente Di affetti mai dimenticati Di vane speranze di eterna giovinezza
Mariagrazia Calì, Utopia,
Magari si potesse poter fermare il mondo e scendere nell'universo! Cercare quell'umanità che l'uomo da troppo tempo ha perso chiuso nel suo io egoistico e incosciente, prigioniero dei suoi vizi, della mondanità Cammina tra le tenebre e quasi più non distingue dal bene il male Inganna ruba uccide con fare indifferente La vita valuta meno di niente! Magari si potesse poter fermare il mondo e scendere a cercare l'antidoto alla malvagità e poter trovare lì nell'universo -per riportarla al mondo- quella coscienza critica che l'uomo ormai da troppo tempo ha perso. Magari si potesse!
Chiara Batoni, Senilità,
Occhi offuscati dal velo del tempo, fronte scolpita da tante emozioni. Quante battaglie vittorie sconfitte restano scritte sul viso e nel cuore. Quanti ricordi del tempo passato, ma nel presente si sente un gran vuoto. Tempo impietoso che grava pesante: capelli di neve mano tremante… Niente è più tenero e più crudele. Triste sorriso d’amara saggezza. Fragile forza bellezza sbiadita e tra le dita brandelli di vita.
Carmela Rossello, Nessuno vede
Nessuno vede le lacrime che escono dall'anima Se il cuore potesse raccontare Ma si sente solo il suo battito Ognuno conosce il suo male E sa che camminare su un filo sottile sospeso nei ricordi Può far perdere l'equilibrio Ci si muove con cautela Tra un dirupo e una via scoscesa Ogni passo è un rischio Si fa a botte con i ricordi Le emozioni Si resta immobili Trattenendo l'equilibrio Tutto è imbalsamato In parvenze di normalità Resta tutto lì E si amalgama con la tremenda abitudine Che scava come fa l'acqua nella roccia Ci si confonde tra gli altri Sfidando il tempo E le ombre che perseguitano In un silenzio d'autunno Che si prepara Indifferente ad ogni dolore.

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