Ecco a voi in questa puntata speciale i vostri ed i nostri auguri per la SANTA PASQUA.
Buon ascolto e se di gradimento, CONDIVIDETE.
Grazie a tutti
web-radio sociale formata da un gruppo di volontari che vuole donare un sorriso; solidarietà e sostegno a chi ha bisogno. La Vostra Voce - puntata domenicale tipo TG con news; musica; poesie sondaggi e molto altro Rubriche a tema con professionisti - tutto verte sul sociale e sulla cultura
Ecco a voi in questa puntata speciale i vostri ed i nostri auguri per la SANTA PASQUA.
Buon ascolto e se di gradimento, CONDIVIDETE.
Grazie a tutti
È stata istituita dalle Nazioni Unite il 22 marzo del 1992 per sensibilizzare la comunità internazionale sulla mancanza di accesso a questo bene primario a migliaia di abitanti della Terra.
Per far riflettere sull'urgenza di affrontare la crisi idrica globale.
Il tema di questa edizione è "Acqua per la pace"
Come infatti evidenzia l'ONU l'acqua può essere una risorsa capace di portare la pace ma anche di creare conflitti. Basti pensare alle tensioni che possono generare la carenza della risorsa idrica o la disputa tra i Paesi che vengono bagnati da corsi d'acqua che delimitano i confini territoriali internazionali.
Ad oggi sono solo 24 i Paesi che hanno accordi di collaborazione per la condivisione dell'acqua.
Tutti noi possiamo fare nel nostro piccolo la differenza; non sprecando l'acqua, non inquinando fiumi o mari; o creando nei luoghi più "assetati" del paese bacini per la raccolta idrica. Insomma cerchiamo di aiutare questa terra a non morire di sete e con lei gli abitanti.
In questa breve puntata una comunicazione di servizio per gli ascoltatori di RDM
Mi raccomando, seguite la breve trasmissione e CONDIVIDETE
Grazie a tutti e buon venerdì
In questa puntata la bravissima collega Alessandra Petrucci, ci parla del progetto ambientale Green Island ideato dalla dott.sa Claudia Zanfi, per la salvaguardia delle api nel contesto urbano
Per maggiori informazioni: https://alveariurbani.org/
Buon ascolto e CONDIVIDETE
AUGURI a tutti i papà
Nella puntata di oggi la bravissima collega Gemma Messori continua ad informarci sul ruolo della donna nell'età antica.
Buon ascolto e CONDIVIDETE
Grazie
In questa puntata si avvisa che le trasmissioni domenicali riprendono ad APRILE; i vincitori del Mini-concorso poesia; i risultati del sondaggio del Dr. Cisternino; La settimana Nazionale Prevenzione Oncologica ed i vari eventi della Lilt Genova; inaugurazione laboratorio di sessuologia integrata dedicato ai pazienti oncologici; Il Petalo bianco sportello nazionale di di accoglienza e consulenza GRATUITA dedicato a donne e ragazze vittime di violenza o abusi e tantissimo altro ancora.
Tutto da ascoltare e CONDIVIDERE
Grazie di cuore
Il 16 e 17 marzo troverete nelle piazze, negli oratori e nelle parrocchie la violetta di #DonBosco.
"Praticare il bene in modo discreto. Come la violetta che cresce nascosta, la sua presenza è rivelata e apprezzata grazie al suo profumo." - ecco le sue parole - quelle di Don Bosco
Il 15, 16 e 17 marzo 2024 le Uova di Pasqua AIL tornano a colorare di speranza i sogni dei pazienti ematologici.
L’importante iniziativa di solidarietà, è giunta alla sua 31°edizione, ed è organizzata da tutte le sezione AIL delle città italiane.
"Dentro ogni uovo c’è un sogno"
Dentro un Uovo di Pasqua AIL c’è molto di più di una semplice sorpresa. C’è il sostegno a oltre 100 studi scientifici in tutta Italia, il finanziamento di borse studio per giovani ricercatori e il supporto ai Centri Ematologici . Ci sono i sogni di migliaia di pazienti che si possono aiutare a realizzare.
Scegliendo le Uova di Pasqua AIL con un contributo minimo di 13 euro sosterrete la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma e a portare aiuto a tanti pazienti.
Se oggi il 70% dei malati affetti da un tumore del sangue guarisce o cronicizza la malattia, è grazie ai 55 anni di lavoro di AIL e alla vostra generosità.
Vi ricordo che le uova si possono acquistare anche online.
Cercate la piazza più vicina a voi andando sul sito: www.ail.it
sono presenti su tutti i Social.
La Giornata Mondiale del Rene è stata istituita nel 2006, da 2 organizzazioni internazionali di Nefrologia (International Society of Nephrology e International Federation of Kidney Foundation) e punta annualmente alla prevenzione delle malattie renali aumentando, la consapevolezza nella popolazione generale riguardo i principali fattori di rischio.
La malattia renale cronica oggi colpisce 850 milioni di persone in tutto il mondo. Questa patologia, attualmente, rappresenta l’ottava causa di morte e, se non affrontata, si prevede che entro il 2040 diventerà la quinta causa di abbassamento dell’aspettativa di vita.
La malattia renale cronica è inoltre associata – oltre che a un aumentato rischio di morte – a maggiori possibilità di incorrere in complicanze cardiovascolari.
Molte sono le iniziative volte a far conoscere questi problemi e come affrontarli ma non solo. Soprattutto gli eventi servono a informare e sensibilizzare le persone, proprio per far luce su una malattia che forse si conosce poco.
Ecco un link molto interessante dove trovate anche iniziative regionali:
https://www.fondazioneitalianadelrene.org/
Qualche tempo fa, passeggiando per Bologna nella centralissima via Indipendenza, la mia attenzione è stata attratta da un imponente monumento, opera di Arnaldo Zocchi (1907), dedicata a Giuseppe Garibaldi, senza dubbio una delle figure più importanti del Risorgimento Italiano e non solo, dato che ben noto è il suo apporto dato alle lotte di liberazione dell’America meridionale che lo hanno consegnato alla storia come “l’eroe dei due mondi”
Essendo bolognese di nascita, non era certamente la prima volta che mi imbattevo in quel monumento, ma lo avevo guardato solo di sfuggita e soprattutto non mi ero mai domandata come l’opera, al di là del suo valore artistico sul quale non ho la competenza di pronunciarmi, rifletta l’idea del suo autore circa il carattere e la personalità dell’illustre soggetto ritrattato, il cui aspetto fisico era ben noto grazie ad un vasto repertorio iconografico, formato da dipinti, incisioni e fotografie. Sull’onda di queste riflessioni, è sorta in me la curiosità di verificare come altri scultori abbiano pensato di immortalare l’eroe, incarnazione del patriottismo e della libertà dei popoli. La mia ricerca si è concentrata sui monumenti a Garibaldi presenti in Italia, sebbene la sua memoria si estenda anche al di fuori del nostro Paese, visto che è stato omaggiato con monumenti, busti e steli, in più città dell’Argentina, in Brasile, a New York, in Bulgaria e nella Russia meridionale, nella città di Taganrog, ove egli si spinse con la sua goletta nel 1833, e, grazie ad alcuni italiani lì residenti, maturò l’idea di aderire alla lotta per l’indipendenza italiana. Il risultato della mia indagine è stato superiore ad ogni aspettativa, giacché ho appreso che ben quaranta sono le città italiane che, da nord a sud, hanno voluto ricordare l’eroe con un monumento. Dal 1882, anno in cui Garibaldi si spense a Caprera, si scatenò una vera propria gara fra le città italiane, molte delle quali vantavano un suo passaggio, nel dedicargli un monumento: più di una ha rivendicato il primato di avergli reso testimonianza, merito che sembrerebbe spettare a Cesenatico, ove Garibaldi e le sue truppe trovarono rifugio nella loro fuga dagli austriaci il 2 agosto 1849. Nella cittadina adriatica è infatti presente, dal 1884, un monumento all’eroe, opera di Tullo Golfarelli. Ciò è stato contestato da Monza, ove fu collocato un monumento a Garibaldi quattro anni dopo la sua morte. L’opera, di Francesco Bazzano, essendo in marmo, si deteriorò e fu sostituita (1915) da un‘altra dello stesso scultore. Nel 2013, tuttavia, il primo monumento, opportunamente restaurato, ha trovato una sua collocazione per cui ora Monza può perlomeno vantarsi di essere l’unica città italiana a possedere due monumenti dedicati all’eroe! La questione, che può sembrare di poco conto, continua ad infiammare gli animi malgrado il passare degli anni: nel 2016, Iseo e Luino hanno rivendicato ciascheduna la priorità nell’erigere un monumento all’eroe, risultando vincitrice la seconda. I monumenti dedicati a Garibaldi nel nostro Paese si susseguirono ininterrottamente lungo tutto il corso del XIX secolo, sull’onda dell’entusiasmo per l’ottenuta unità italiana, tanto da esserne stati eretti ben sei nello stesso anno, il 1889, che si possono ammirare a Lucca, Piacenza, Livorno, Carrara, Brescia, Prato. L’interesse per la ormai mitica figura dell’eroe, diminuì sensibilmente nel corso del secolo successivo: l’ultimo dei monumenti a lui dedicati, risalente al 1956, si trova a Reggio Calabria, opera di Alessandro Monteleone, in sostituzione di un monumento danneggiato durante la seconda Guerra Mondiale.
Grazie al web, ho potuto esaminare uno ad uno i monumenti di Garibaldi sparsi per l’Italia, qualcuno in marmo, ma prevalentemente in bronzo, materiale senza dubbio più adatto a salvaguardarli, dato che si trovano all’aperto. In tutte le sculture, l’eroe è rappresentato come un uomo vigoroso, seppur non più tanto giovane, immortalato in due modi: stante o a cavallo. Per quello che riguarda il primo tipo di monumento, Garibaldi, è riconoscibile per la fluente barba, il berretto che soleva portare e il fazzoletto annodato al collo, un mantello, qualche volta sostituito dal poncho, come, ad esempio, nel monumento a Lecco (1884), opera di Francesco Gonfalonieri, chiaro rimando alle imprese dell’eroe nell’America del sud. La dimensione eroica del condottiero è sottolineata in quasi tutti i monumenti dalla presenza di una spada, sguainata o trattenuta con una mano, mentre per imprimere maggior dinamismo alla figura, l’eroe sembra avanzare col piede destro, o, in alternativa sinistro. Ciò che più colpisce del personaggio è lo sguardo, che quasi tutti gli scultori hanno voluto diretto verso un orizzonte identificabile con Roma, la città che Garibaldi, con suo grande dolore, non era riuscito a conquistare. Tra questi monumenti emergono i due eseguiti da Augusto Rivalta, visibili a Livorno (1889) e a Chiavari (1890), opere che attestano, la prima, l’intento di rendere la fierezza dello sguardo dell’eroe, avvolto in un ampio mantello, in piedi su uno sperone di roccia, mentre la seconda lo coglie in atteggiamento riflessivo, sottolineato anche dalla mano destra che egli tiene sul petto
Monumento di Garibaldi a Padova
Passando ai monumenti equestri, senza dubbio in minor numero a causa della complessità del lavoro richiesto ai loro autori, e, forse, al maggior costo, è qui che, in unione con la potenza dell’animale, a mio avviso Garibaldi assume pienamente quella dimensione eroica e rivoluzionaria che ha ancor oggi nell’immaginario collettivo, di minor impatto nei monumenti che lo raffigurano eretto. Come accade per monumenti equestri fin dall’antichità, raffigurare il generale a cavallo, quindi in posizione dominante, ne enfatizza la grandezza e l’autorità. Osservando il destriero cavalcato da Garibaldi, il mio pensiero corre a Marsala, la cavalla bianca che lo accompagnò durante la conquista del Meridione e che, quando si ritirò da ogni agone, egli volle portare con sé a Caprera, destinandole, alla sua morte, un vero e proprio sacello. L’abbinamento del cavallo all’uomo che deve guidarlo, trattenerlo o incitare la sua naturale esuberanza, conferisce ai monumenti che ho esaminato un dinamismo che mette in risalto il coraggio e il senso di grande libertà propri del cavaliere. Ciò emerge, ad esempio, nel monumento equestre, opera di Pietro Bordini e sito a Verona (1887), ove Garibaldi, di cui si legge la tensione nello sguardo, regge con la mano sinistra le briglie del cavallo, sul punto d’impennarsi o indietreggiare, mentre con la destra tiene il cappello, tolto per non perderlo nella corsa; o, ancora, nel monumento presente a La Spezia (1939) ove Antonio Garella ha dato vita a un cavallo rampante, che quasi pare di sentir nitrire, assecondando l’eroe che, con la spada puntata verso l’alto, si appresta ad attaccare. Particolarmente suggestivi sono anche il monumento eseguito da Raffaello Romanelli e destinato a Siena (1891), ove Garibaldi si volge a guardare dietro di sé, la mano destra appoggiata sul dorso dell’animale del quale ha arrestato la corsa, come sembrano dimostrare le zampe puntate al suolo per lo sforzo e la testa abbassata. Non mancano tuttavia monumenti equestri nei quali lo scultore accentra il suo interesse sulla figura e l’atteggiamento del cavaliere, trascurando il destriero, riprodotto in una posa statica e classicheggiante, come si vede nel monumento eseguito da Antonio Maccagnani a Brescia (1889), ove Garibaldi, le cui mani reggono le redini, mostra un atteggiamento fiero e composto, o quello di Emilio Gallori, che dal 1895 si erge a Roma sul Gianicolo, in occasione dei venticinque anni dalla presa della città, ove l’attenzione è attratta dallo sguardo particolarmente intenso ed interlocutorio del generale.
Appare evidente e quasi scontato, che nell’una e nell’altra modalità scelte per rappresentare la figura di Garibaldi prevale una visione trionfalistica volta a perpetuarne il mito. Ebbene, a conclusione della mia ricerca, mi sono chiesta se esistessero in Italia monumenti che celebrano l’eroe in una dimensione più intimista e umana, che è stata rappresentata in diversi quadri ottocenteschi, ad esempio quelli che lo ritraggono affranto accanto al letto di morte di Anita, la sua altrettanto mitica compagna, il cui carattere indomito è stato enfatizzato a Roma, nel 1932, in un monumento di Mario Rutelli che la rappresenta in veste di amazzone, con in braccio il figlioletto Menotti e nell’atto di sparare al nemico.
Monumento di Garibaldi (Brescia)
Monumento ad Anita Garibaldi (Roma)
Monumento a Garibaldi (Genova)
Il mio interrogativo ha trovato una risposta affermativa: a Porto Garibaldi c’è, dal 2011, un piccolo monumento in rame, opera di Nicola Zamboni e Sara Bolzani, che ritrae Garibaldi e Anita su una barca, in fuga dagli austriaci, nelle valli di Comacchio (1849). Qui, smessi i panni in cui siamo soliti ricordarlo, l’eroe, appare come un uomo stanco e provato, che, sorreggendo la moglie, ormai allo stremo, cerca di infonderle coraggio, indicando con la mano l’orizzonte ove è ancora possibile la salvezza, che invece, purtroppo, le sarà negata: infatti, come sappiamo, ella morirà nei pressi di Ravenna. Il monumento intende ricordarci che Garibaldi, perseguendo i propri ideali, ai quali Anita aderì seguendolo dall’Uruguay in Italia, non ebbe solo successi, ma incontrò anche fatiche, delusioni e la sua avventurosa vita, come quella di qualsiasi essere umano, non fu priva di sofferenza e di lutti. Ma c’è di più: la presenza di Anita accanto a Giuseppe, non vuole solo esaltare quello che è stato un grande amore, ma anche indurci a considerare il ruolo che questa eroica donna ebbe nella vita del suo compagno e insieme farci riflettere sull’apporto dato da tante altre donne al Risorgimento italiano.
Ps. Le immagini di molti dei monumenti all’eroe presenti in Italia, rimando al sito: it.m.wikipedia.org/viki/categoria sculture e monumenti dedicati a Giuseppe Garibaldi
Patrizia Garelli Rossi
(Chiedo scusa a tutti per i problemi tecnici e quindi per i vuoto ad un certo punto dove non è partita neppure la musica)
Il temporale non dà tregua
In questa puntata: comunicazione di servizio: penultima puntata di marzo e avviso locandine per Auguri di Pasqua in radio.
Le 2 poesie vincitrici del Mini-concorso; i risultati del sondaggio del Dr. Cisternino e il nuovo sondaggio;
AriSla ed il nuovo Bando di ricerca 2024; Accademia di Medicina di Torino e (Industrie del Farmaco e le linee guida terapeutiche); seminario e pittura sociale a Aprilia in collaborazione con ANAPP per malati di Fibromialgia; Meeting nazionale pazienti e famiglie Fabry e molto altro ancora
Da ascoltare e CONDIVIDERE
In questa puntata la bravissima collega Gemma Messori, ci parla del ruolo della donna nel periodo (storico) neolitico.
Com'era trattata all'interno della comunità e di tutti i suoi compiti.
Buon ascolto e CONDIVIDETE
Se volete, potete inviare i vostri auguri della Santa Pasqua alla segreteria dell'emittente RDM seguendo le istruzioni:
Presentazione del volume sopra indicato recensito per voi dalla giornalista Antonia del Sambro.
Un libro suddiviso in tre parti – teorica, esperienziale e divulgativa, nelle quali l'autrice la dottoressa Smeraldi ci parla in maniera semplice di persone che si trovano in un momento o in una condizione di fragilità psichica ed emotiva.Nella puntata di oggi condotta con maestria dalla bravissima collega Alessandra Petrucci, possiamo ascoltare 3 storie totalmente differenti con un crescendo di emozioni che vi sapranno sfiorare il cuore:
- un insegnante unico nel suo genere;
- una bambina malata rara ed il suo coraggio
- un malato terminale che sfida il destino....
Non aggiungo altro perché dovete ascoltare e CONDIVIDERE
(chiedo scusa in anticipo per le papere)
Nella puntata di oggi: ringraziamenti a tutti per la riuscita della trasmissione sulle MALATTIE RARE del 29 febbraio; le 2 poesie vincitrici del Mini-Concorso; i risultati del sondaggio del Dr. Cisternino e nuovo sondaggio; concorso di poesia - I ed. Premio Nazionale di poesia inedita Stefano D'arrigo evento organizzato da Ass. sportiva nazionale Italiana Poeti; Accademia di Medicina di Torino e la seduta scientifica " Asse microbiota - intestino - cervello - salute"; seminario Online sulla sclerosi multipla sotto la guida della Prof.sa Maria Pia Amato e moltissimo altro ancora...
Buon ascolto a tutti e CONDIVIDETE in bacheca grazie