Cari artisti,
come anticipato nella trasmissione LA VOSTRA VOCE, ecco le opere che pur non vincendo il concorso di poesia, si sono comunque distinte e quindi eccole, postate sul blog perché meritevoli.
Lucia Roca, Scrivo di me
Scrivo di me su fogli bianchi
con la complicità di una matita
e di una gomma
pronta a cancellare ciò che
fa più male anche solo
con la voce a raccontare
e allora scrivo poesie.
Affino la punta consunta
e scrivo di me perché
non vadano dispersi
emozioni sorrisi gioie
lacrime e malinconie.
Scrivo di me, delle mie scelte
prigioniera dei ricordi,
senza rimpianti
per gli errori commessi
che mi han fatto crescere.
Con fedeltà incido sui fogli
parole dette e non dette,
ricordi che non invecchieranno mai,
impronte perpetue
di ciò che sono,
di ciò che sono stata
di ciò che sarò.
Scrivo di me
mettendo a nudo l’anima
o forse mentendo
scrivo di oggi
dimenticando ieri!
Sandra Carresi, Abbi cura…
Abbi cura di
quella goccia
di rugiada
caduta nella tua
mano
potrebbe essere
l’unica amica
nel deserto
del silenzio.
Niente sarà
come prima,
niente di leggero e snellente
faticoso e forse…
neppure libero
ma accompagnato
da spalle curve
e passo incerto
in cerca del tuo tempo e
del tuo abbraccio.
Abbi cura di quella goccia
forse è l’unica compagna
che sarà speranza.
Rosario Rosto, Il cuore che gioca ancora
Nel cuore di un uomo cresciuto,
vive un bambino dai piedi scalzi,
che corre tra le nuvole e le luci,
dove i sogni non conoscono età.
Le mani, adulte e piene di storie,
stringono ancora farfalle di carta
e ogni respiro è un canto lieve
che ricorda i giorni di giochi e magie.
Nel silenzio della sera,
il bambino sospira tra le ombre,
disegnando castelli invisibili
su muri fatti di ricordi e stelle.
E quando il mondo cade nell'ombra
il cuore, come una lanterna accesa
illumina sentieri dimenticati,
dove fantasia e vita si incontrano.
Perché crescere non significa
smettere di giocare.
Significa imparare a custodire la magia
a dare valore a ogni piccolo gesto,
a vedere l’infinito anche in un sorriso.
E così il cuore non smette di danzare
in quel bambino ormai poeta,
che trasforma ogni sogno in parola.
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