lunedì 10 giugno 2024

LE POESIE MERITEVOLI DEL MINI-CONCORSO SU FB - ultima settimana di apertura radio

 Come anticipato nella trasmissione LA VOSTRA VOCE di domenica 9 GIUGNO, ecco le opere che pur non vincendo il concorso di poesia, si sono comunque distinte e quindi postate sul blog perché meritevoli.

Se vi fa piacere, condividete 




Mariagrazia Calì - Un nuovo mattino

Arriverà domani e sarà 

come un fiore in boccio a ravvivare

le lande desolate del cammino

su questa terra di confine

tra l'abisso e l'infinito

Sospesi al filo, 

tra l'incudine e martello

con la paura di sfiorare il vuoto

Si muore un po' per volta in questa vita

sotto il peso di un fardello

pesante da portare, arresi 

alle temperie senza saper che fare

O pieni di quella vanterìa

che non mira all'orizzonte

- quell'orizzonte limpido che un tempo 

ci faceva ridere e sognare...-

Arriverà domani e sarà 

come un fiore in boccio, aperto

al primo sole di primavera

Sarà come giunchiglia odorosa,

rilucente sui prati 

e i nostri passi protesi 

verso un nuovo mattino.


Emilia Domina - Un vestito da indossare

Stanca la sera era 

mia madre. 

Fuori il freddo 

pungente tremava,

Mentre dentro casa 

il fuoco scoppiettava, e

il gomitolo rosso di lana 

per terra rimbalzava. 

Amorevole era mia madre!

Con fare alacre 

le sue mani stanche

sferruzzavano i ferri.

Un vestito rosso 

di lana per me.

Com'era bello 

guardare mia madre. 

Quanta gioia 

aveva negli occhi 

nel vedermi il

vestito indossare


Mariagrazia Calì - Pane quotidiano 

Scarno è il tempo dello stupore

di sguardi aperti sull'avvenire.

Tutto pare stantìo, assuefatto 

d'abitudinale come  quelle terre 

aduste, che non danno pane. Chine, 

le membra a raccattare un sorso d'acqua

quando piove. Le labbra 

riarse, dentro un marginale

che non da' voce al mutamento

in questo mondo che indurito ha il cuore...

Sin che c'è l'uomo che non guarda al cielo

-che mira solo a dissacrare- 

e s'arrocca dentro al suo forziere

mentre canta, col calice in mano,

incurante di chi adusto ha il seno 

con tante bocche da sfamare o

mentre  c'è chi si spezza la schiena

e non sa più cosa pregare...

Cos'è un uomo se non ha cielo

e il nome Dio nomina invano!

Se opprime il povero che 

di stenti muore o va, sfidando il mare,

in cerca di quei luoghi ameni

ove approdare e trovar ristoro

-come in questa mia terra 

cosi fiorente e provvida...-

Questa mia terra

ch'eppure il pane non se lo può bastare.


Lucia Maria Tanas - Estate

Spazia lo sguardo

Sulla bionda distesa di spighe

Che timide folate di vento

Accarezzano lievi.

Immagine di quiete serena

Che porta lontano

Alla gioia del grano

Alla festa del pane

Che certo ripaghi

Il sudore di tanta fatica!

D’un rosso brillante si macchia

L’aurea coltre ondeggiante

Sorridente ai raggi del sole

E tutto un’opera d’arte appare alla vista!

Quanta armonia in siffatto disegno

A fugar dell’angoscia la morsa stringente…

E’ l’estate dei papaveri rossi

Dell’oro splendente

All’orizzonte stagliante

Da maestosi alberi chiuso.

Stagione di tinte decise

Del verde lucente dell’erba

Del cobalto del cielo

Di colori smaglianti creati da mano d’artista

In cesello paziente d’attento lavoro.

Nell’umile  terra, è pur vero

La linfa è nascosta che dona la pace!



Angela Colavitto - Follia

Ho visto morire 

il sole,

dietro un monte 

di pietra.

Nuvole, sbiadire

il rosso di un

tramonto 

Infuocato.

Scendere a valle

un canto di

dolore.

IL bosco di conifere

ondeggiare al vento.

Un uomo, pregare 

sulla soglia, di un 

altare

e tra le pieghe

del cuore, smarrire 

la propria anima.

Una colomba 

volare nel cielo.....

per un attimo 

       di Follia.



2 commenti:

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